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mercoledì 6 maggio 2009

In casa Udc serve chiarezza

Tratto dalla Voce di Rovigo del 06/05/2009 di Roberto Rizzo

Forse è azzardato tentare un’analisi politica su quanto sta succedendo in casa dell’Udc polesana. E’ azzardato soprattutto perchè chi sta scrivendo queste note è abituato a registrare fatti, idee, progetti, piuttosto che penetrare in questo mondo complesso che parla e non parla. Dice e non dice con la conseguenza di rendere ancora più nuvoloso quel cielo della comunicabilità che dovrebbe contraddistinguere, invece, chi si presenta al giudizio degli elettori. Che in termini più concreti ha un nome chiarezza. Ma, per capire, se capire è possibile, tentiamo di penetrare nel comunicato congiunto firmato da Udc e Federazione dei Moderati di centro che rende evidente, a nostro modestissimo parere, il primo errore che una coalizione politica deve evitare. Infatti è scritto che Udc e la Federazione dei Moderati hanno raggiunto un accordo di alleanza per il rinnovo del consiglio provinciale di Rovigo. Niente di male. Anzi. Ma alla fine del comunicato è ancora affermato che ” Le due formazioni politiche, che correranno con un proprio simbolo e propri candidati nei vari collegi, lavoreranno per arrivare a un programma condiviso, ulteriore occasione questa per favorire un confronto su scelte politiche e contenuti utili a perfezionare un’intesa che dopo le elezioni diventerà sempre più necessaria ed importante”. D’accordo, intesa necessaria e importante. Ma, una volta, si correva assieme sulla base di linee programmatiche. Che in questo caso, se abbiamo letto bene, non sono ancora state concordate. Ma si concorderanno strada facendo. Allora su che cosa si è raggiunto l’accordo? Potrebbero rispondere: sui valori comuni. Bella risposta. Ma dove sta la concretezza? Nessuno accenno al fatto che Gianni Antonio Saccardin era stato indicato dai suoi come candidato alla presidenza di palazzo Celio. Nessun cenno, nemmeno, al fatto che ha rinunciato alla candidatura per lasciare posto a Michele Raisi. Queste decisioni sarebbero scaturite nel corso di un incontro, preceduto da altre non poche riunioni, tenutesi nella sede della Federazione dei Moderati, in viale Trieste, presenti, lo stesso Saccardin e Albertino Stocco, da una parte, Renato Borgato e Michele Raisi dall’altra. E forse qualche altro, stratega occulto delle due formazioni politiche. Che come tutti gli strateghi ama vivere nell’ombra. Ma, a prescindere da questi dati di cronaca, per la testa frullano alcune domande alle quali non riusciamo a dare risposta. E quali sono queste domande? Si parla di dopo elezioni. Ma prima delle elezioni non sarebbe necessario precisare, in caso di ballottaggio, con quale schieramento andrà questa nuova alleanza? O l’Udc andrà da una parte e la Federazione dei moderati andrà dall’altra? In altri termini: l’Udc andrà con il centrodestra dimostrando così coerenza con i due assessori regionali che fanno parte della giunta presieduta da Giancarlo Galan? E la Federazioni dei Moderati andrà con il centro sinistra, ricalcando così le orme di Albertino Stocco che durante la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Rovigo aveva dichiarato di essere equidistante dai due poli per saltare, poco tempo dopo, sul carro del vincitore Fausto Merchiori? O questa alleanza, Udc e Federazione dei Moderati, corrisponde ad un disegno ben preciso, magari concordato con Gabriele Frigato, segretario provinciale del Partito Democratico, il quale, in caso di vittoria a Palazzo Celio, non vedrebbe male a un’apertura della giunta a uomini che provengono dal suo stesso mondo cattolico, che guarda a quel “sociale” ceh è rappresentato dalla sinistra? E se è cosi, allora bisogna prendere il coraggio a quattro mani e dirlo agli elettori. Prima delle elezioni. Non dopo.

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