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domenica 1 febbraio 2009

Udc: piccoli ma non troppo.E fieri - Conferenza Programmatica UDC Rovigo

Incontro in Sala Flumina. Altolà alla Lega: "No a chi vuole fare il padrone"


Udc: piccoli ma non troppo.E fieri


Il programma in vista delle elezioni:"Disponibili alle alleanze, non alla sudditanza"







ROVIGO- In via di definizione le strategie politiche dell'Udc in vista delle elezioni amministrative ed europee. Il quadro scaturito dall'incontro di ieri sera nella sala Flumina del Museo dei grandi fiumi mostra un'Udc aperta e disponibile alle alleanze, ma decisa a difendere la propria identità.
Un messaggio, questo, che emerge dalle parole dei politici
dello scudo crociato intervenuti per il congreesso, titolato
significativamente Diamo forzà alle nostre speranze.
Il primo a prendete la parola di fronte ad un'affollata sala
di tesserati e simpatizzanti, è stato il presidente del comitato
provinciale Udc Renato Borgato che ha tracciato le
due linee principali dell'incontro: ,affermazione della propria identità, da una parte, e atteggiamento politico in vista delle elezioni, dall'altro. Borgato ha infatti posto l'accento sull'emergenza educativa che, tra le
crisi di vario genere che affliggono il nostro Paese, non
dev'essere sottovalutata, ma piuttosto tornare centrale.
"Ci sentiamo una piccola, ma nemmeno tanto piccola,
bandiera della forza democratica centrista - ha detto
Borgato - radicata nell'identità cristiana: e con questo
profilo siamo stati capaci di ritagliarci uno spazio nel panorama
politico nazionale" . Borgato non ha risparmiato
nessuno dei protagonisti del palcoscenico della politica:
"la destra è in crisi di fronte al sostanziale fallimento di
Berlusconi su numerose questioni, prima fra tutte il
riformismo; dall'altra parte la sinistra vive ancora sulla
scia del disastro creato da Prodi". Poi però ce n'è anche
per i centristi "Anche l'Udc ha bisogno di un deciso e
profondo rinnovamento: a dire il vero la stessa creazione
dell'Unione di centro mi è sembrata un bluff per sostenere
candidature illustri, come quella di Tabacci: è come
se allo stato attuale: non fosse ancora partita, finora non si
è delineato un progetto sistematico: il vero Centro potrebbe
nascere dall'accorpa'mento con l'ala cristiana del
Partito Democratico, gli ex margheritini, ora che tira
aria di rottura con Veltroni". Più patriottico e orgoglioso
l'intervento del segretario provinciale Francesco Milan
, che ha sostenuto con convinzione l'eventuale corsa
solitaria del partito "La nostra autonomia e preziosa ha
esordito - a chi ci dice che se non siamo docili e sottomessi
al grande partito, non abbiamo futuro, rispondiamo
che è senza la dignità che l'Udc può dirsi permantemente
morta". Il segretario Milan ha ricordato come a
livello provinciale sia stata la stessa Unione di Centro a
lanciare una corda amichevole a Pdl e Lega, dimostrando
così la disponibilità a un'alleanza. Tuttavia, se per
le cause contingenti le alleanze faticassero a costruirsi,
"ci prendiamo senza timori la libertà di correre da
soli, a livello locale, regionale o nazionale che sia" .
Una forza alternativa insomma, che sgomita per farsi
spazio tra le due componenti principali dello scenario po~
litico.
È questa l'identità che si è concretizzata nell'esposizione
delle linee programmatiche, a cura del responsabile
provinciale Udc Andrea Borgato, che ha passato in rassegna
gli obiettivi soprattutto territoriali, di valorizzazione
del Polesine, dello sviluppo, della famiglia, delle politiche
della casa, dei giovani,della scuola, oyvero i grandi
temi tradizionali delle istanze democristiane, rilette alla
luce del presente. Il pubblico ha poi seguito con
attenzione l'intervento dell'onorevole Antonio De
Poli, segretario regionale dell'Udc che, ricordiamo, è
stato anche fra i protagonisti alla Camera del voto contrario
al disegno di legge sul federalismo fiscale. E c'è di
più, perché proprio dall' Udc Veneto sta partendo la raccolta firme per indire un referendum contro il federalismo proposto dalla Lega.
"Intavoliamo un'assemblea programmatica per ciascuna
provincia - ha detto De Poli poi risaliamo alla Regione,
per poter presentarci infine agli altri partiti anche a livello
nazionale con un programma e un progetto unitarlo
e omogeneo. Rispetto alle linee di programma con
cui ci presentiamo, valuteremo chi si schiera,con noi e
chi si oppone: dagli atteggiamenti che si delineano potremmo
poi mettere a punto le possibili alleanze. Ma in
caso contrario, correremo da soli, senza problemi" .
Tuttavia De Poli non getta benzina sul fuoco, e frena le
provocazioni "La tendenza è quella di continuare le alleanze
già consolidate a livello ,regionale e territoriale,
purché non significhi essere succubi di altri partiti che la
vogliono fare da padroni, come la Lega. Abbiamo intrapreso
- ha quindi concluso De Poli - un pércorso che
'parte dalla riaffermazione' della' nostra identità e dei
nostri valori" .

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