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domenica 15 febbraio 2009

Renato Borgato: "Il partito è quasi tutto con me, organico al Pdl"

Renato Borgato: "Il partito è quasi tutto con me, organico al Pdl"


"Nessuna spaccatura" dicono. Ma il problema esiste

Allora: dove si va?

Renato Borgato: "Il partito è quasi tutto con me, organico al Pdl"

ROVIGO- Tutti buttano acqua sul fuoco, naturalmente.
Ma le vicende inteme all'Udc polesano non sono certo tranquille. Pubblichiamo
qui sotto un lungo intervento del segretario provinciale del partito Francesco Milan, nel
quale si sostiene la necessità di seguire le indicazioni del segretario nazionale
Lorenzo Cesa e, ovviamente, quelle del presidente Pierferdinando Casini, che, tradotto, significa: "Il
partito io lo tengo al centro e non scelgo proprio niente,al momento. Se non saranno possibili accordi
strutturali e di programma con il Pdl allora per le provinciali correremo da soli" .
Chi non è proprio d'accordo con questa impostazione è il presidente provinciale,
Renato Borgato. Il quale, con un'intervista alla Voce di quattro giorni fa, si è
schierato: "Noi stiamo con il Pdl, perché al Pdl siamo organici così come i nostri elettori". E proprio questo
è andato a dire, ieri mattina, a Padova, al segretario regionale Antonio De Poli.
Facendogli anche sapere che la larga maggioranza del partito polesano è con lui. "All'ultimo incontro
con Pdl e Lega" , dice Borgato, "era stato presentato un documento da sottoscrivere: non solo da parte nostra
ma da tutti. Una sorta di premessa metodologica: impegnamoci insieme per trovare il miglior candidato
possibile, quello che ci faccia vincere la Provincia.
Tutti erano pronti a firmare: tutti meno Francesco Milan, il quale si è chiamato fuori con la scusa di voler
verificare con il direttivo. E così il documento non l'hanno firmato neppure gli altri, ovviamente".
La questione, che non è di lana caprina, è che a questo punto dall'interno del Pdl potrebbero venire anche
delle prese di posizione più dure. Qualcosa del genere: "Se volete stare al tavolo siamo contenti, altrimenti noi andiamo
avanti senza di voi". Ed è chiaro che le decisioni sugli uomini vanno prese tra alleati, e non tra persone
che aspettano di vedere. Insomma: c'è da staccare un biglietto d'ingresso, senza il quale si rischia di
restare soli. E le solitudini, al centro," possono essere pesanti. Un po' come è accaduto
ad Albertino Stocco, che dopo un paio di anni al centro, sentendosi solo, è
scivolato a sinistra. Qualcuno dice che sia questo, in realtà, il disegno di Francesco Milan. E non a tutti va
giù. Anzi: stando a Renato Borgato, è alla maggioranza del partito che la cosa proprio non piace. (A.P.)

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