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domenica 1 marzo 2009

L’Udc prova a ricompattarsi




Borgato: “Contento che abbia cambiato posizione”. No ad accordi col Pd

Il segretario regionale ha ribadito la volontà di correre col centrodestra, “però con pari dignità”

Tratto dalla Voce di Rovigo del 01/03/2009

ROVIGO - Un tavolo sui contenuti programmatici con gli altri soggetti del centrodestra, ribadendo la totale indisponibilità ad accordi con il Partito democratico. E’ quanto emerso ieri mattina dall’incontro che si è svolto nella sède dell’Udc rodigina fra militanti e dirigenti insieme al segretario provinciale Francesco , Milan e a quello regionale Antonio De Poli. La riunione, si legge in una nota del partito, “ha confermato la volontà dell’Udc polesana di continuare a interpretare al meglio la linea di coerenza identitaria, portata avanti a livello nazionale e regionale, capace di mantenere il partito autonomo e pronto a rapportarsi con gli altri partiti con dignità e autorevolezza, polìtica e programmatica, rispettosa dei propri elettori che hanno voluto la presenza di una forza moderata di centro”, A questo scopo, è scritto ancora nel documento, ”l’Udc ha voluto e sollecitato l’incontro con Pdl e Lega nel quadro dei rapporti che lo vedono assieme al governo della Regione Veneto e intende operare affinché i prossimi incontri definiscano non solo la volontà di stare assieme, già affermata con il documento di gennaio, ma anche i contenuti programmatici, la condivisa candidatura alla presidenza della provincia e a sindaco nei comuni più rilevanti” . Altrimenti, qualora l’accordo non dovesse esserci, il partito correrà da solo ansia per la poltrona di Palazzo Celio che per le amministrative di Adria. Nessuna apertura, invece, verso il centrosinistra: l’assemblea ha infatti confermato l’indisponibilità a qualsiasi accordo con il Pd, “posizione peraltro già espressa in tutte le dichiarazioni e in tutti i documenti dell’Udc polesana”. E in vista delle scadenze ormai imminenti, il partito auspica l’avvio di un tavolo regionale con gli alleati con cui è già al governo a Venezia. “In tutti gli interventi prosegue la nota - è emersa la volontà e la richiesta che siano superate le conflittualità emerse in queste ultime settimane perché un partito presuppone adesione e coerenza politica sulla linea delineata dai suoi organismi nazionali, regionali e locali. In questo quadro l’Udc conferma la sua linea di opposizione al bipartitismo e la condivisione dei progetti di un grande centro moderato e alternativo. L’assemblea ha poi confermato il proprio appoggio al partito o a sostenere e dare intensità’, rapidità e concretezza alle decisioni conseguenti che il tavolo delle trattative dovrà assumere nei prossimi giorni, per una alleanza capace di offrire una nuova governance alla provincia di Rovigo”. Al “vertice” con De Poli hanno partecipato una trentina di persone anche se era assente gran parte del’comitato provinciale: “Si è trattato di un incontro informale col segretario regionale - commenta Filippo Guarnieri, segretario a Rosolina e che, appunto; non fa parte dell’assemblea provinciale - per cercare di risolvere i dissidi all’interno’ del partito; se poi ci riuscirà è un altro discorso. Ha anche sottolineato la volontà di trovare nel centrodestra la collocazione dell’Udc, ma senza essere ‘presi in giro’, altrimenti andiamo da soli” . “La posizione assunta da De Poli non mi può che far piacere perché è quella della maggioranza del partito - osserva il presidente provinciale Renato Borgato - Probabilmente la, notte ha portato consiglio’ visto che ieri (venerdì,ndr) era di parere diverso, poiché aveva ribadito la, volontà di correre da soli sia nei comuni al di sopra dei ls:mila abitanti che alle provinciali. Una scelta che rischia di essere disastrosa a Rovigo, come a Venezia e Belluno. Si tratta ora di verificare come verrà gestita questa posizione nell’ambito delle trattative per un possibile accordo con il centrodestra”.

Le priorità pregrammatiche del partito

ROVIGO - Durante l’incontro di ieri mattina, oltre a1confronto sulle possibili alleanze elettorali, si è parlato anche di programmi. Quattro i temi trattati, come riporta la nota del partito: un federalismo solidale che faccia funzionare gli organismi territoriali e dia servizi adeguati alla popolazione (sostegno al progetto di legge per il 20% Irpef ai Comuni); una politica attraverso la quale il Polesine riprenda nelle proprie mani il suo destino di sviluppo economico con la indisponibile consapevolezza del suo ruolo potenziale nell’area veneta, nel contesto della pianura padana e della sua centralità rispetto alle comunicazioni con il nord-est europeo; una forte politica per la famiglia, la solidarietà, i bisogni della persona; un’azione forte utilizzando gli strumenti e gli organismi già disponibili per contribuire ad affrontare la durissima crisi in atto e che il Polesine come sempre rischia di vivere in modo ancor più drammatico di altre realtà.

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